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giovedì 23 giugno 2011

MEDEA TEATRO GRECO DI SIRACUSA FOTO:Nello Migliaccio

Giasone abbandona Medea per la figlia di Creonte. Medea organizza allora la sua atroce vendetta che si dovrà compiere nell’ultimo giorno che il re le ha concesso di poter trascorrere nella città di Corinto. Medea fingerà di volersi riconciliare con Giasone sostenendo di avere compreso i motivi che lo hanno spinto a contrarre nuove nozze e convince lo sposo a chiedere che i suoi figli possano rimanere a Corinto con il padre e la nuova sposa. Invia in dono alla figlia di Creonte un peplo e un diadema intrisi entrambi di un veleno mortale che al contatto con la pelle delle donna la arde fino a farla morire. Stessa crudele sorte tocca al padre di lei che stringeva il corpo oramai senza vita. La vendetta non è ancora del tutto compiuta. La donna vuole infliggere a Giasone la più grande delle pene che si possa immaginare, uccidere i suoi stessi figli. Dopo aver compiuto il delitto sale sul Carro del Sole e si dirige ad Atene dove Egeo le ha promesso ospitalità.
Giasone inveisce contro la “barbara” che ha rovinato lui, la sua casa, la sua discendenza.
Ma chi è Medea?
Medea è una “donna di incantesimi”, “esperta di filtri”, “manipolatrice di sostanze misteriose”, insomma una maga. Nipote del Dio Sole, sacerdotessa e figlia di Ecate (la dea alla quale si attribuisce l’invenzione della stregoneria), forse sorella della Maga Circe. Per i Greci Medea è straniera o “barbara” ( la parola barbaro nasce ad indicare chi non si esperime nella lingua del luogo, lo straniero appunto) poiché nata nella Colchide sulle rive del Mar Nero. Questa è la connotazione di Medea e il suo personaggio si inserisce nel mito, notissimo peraltro, degli Argonauti e si lega alla figura di Giasone, figlio di Esone e erede del trono della Tessaglia.

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