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giovedì 14 luglio 2011

ESSERE CAVALIERI!!!!!!!!!!




Chi è un Gentiluomo? A seconda del contesto, troverete molte definizioni. Troverete le donne che si lamentano che "non c'è più l'uomo di una volta" (qualsiasi cosa intendano), troverete chi cita il Galateo, e chi tira in ballo valori sociali di varia natura, e infine anche chi attribuisce un senso aristocratico o snob alla parola (deriva da Gens, la stirpe, la Famiglia romana). Beh, in realtà, il Gentiluomo o Galantuomo non è tecnicamente un damerino. Non è un uomo che adula le donne o l'universo femminile, non è uno che si ostenta principe azzurro o che prende sempre le parti alle donne (quello è solo un lecchino, un finto, un uomo matrizzato, uno che nega la propria vera natura di maschio ben distinto dal Femminile). Non è l'uomo socialmente affabile, ne' uno che conosce l'ordine delle posate a menadito (quello è un maestro di tavola, o un pedante, non è in sé per sé un Gentiluomo). Il Gentiluomo è un uomo che ha un codice, e che, in ogni gesto che compie, fa trasparire una naturale nobiltà d'animo. E' un uomo che coltiva il mestiere di essere Uomo, e che sia un aristocratico vestito di stoffe pregiate o un selvaggione errante, in lui chiunque può ravvisare l'ideale di forza, generosità e intelligenza proprio del Cavaliere. Contrariamente a quanto si crede, il Galateo non deriva da un abbandono del Selvatico, da una civilizzazione borghese, ma anzi, deriva dalle raffinate e selvatiche tradizioni guerriere! Ad esempio, l'usanza di indossare un abito chiuso e attillato alle cerimonie e alle feste, deriva dal fatto che un uomo con un abito attillato, con la camicia nei calzoni e la giacca chiusa, si mostra disarmato (non può celare armi in quell'abbigliamento!). Il togliersi il cappello per salutare, come pure il saluto militare, deriva dall'alzare la celata dell'elmo mostrando il volto apertamente. Molte regole del Galateo, quindi, hanno radice in una concezione guerriera della Vita: togliersi il guanto per dare la mano, senza nascondere un ago avvelenato; versare da bere con la mano distante dalla bocca della bottiglia e col palmo sopra, in modo da non poter nascondere fialette di veleno da versare nel calice. Così come brindare battendo i bicchieri, significa che, se lo fai forte, si può scambiare qualche goccia fra i due calici: e un avvelenatore, non lo farebbe! Le regole del ballo, anche: l'uomo chiede un ballo alla donna che non prende mai l'iniziativa, e l'uomo guida il ballo. Questo perché il Galantuomo è sempre ben centrato sul suo sesso, e guarda la donna prima come donna, nel suo istinto e nella sua natura di creatura sensuale ed emotiva, che vuole sentirsi presa, e solo poi la vede come essere umano astratto. Sono tutte usanze che hanno radici antiche e battagliere, non certo nella rammollita e viziata concezione della vita di damerini nullafacenti. Anticamente, al Guerriero veniva richiesto di saper essere anche Gentiluomo, perché il Cavaliere è uomo completo, non manca di qualità: anche il Samurai spesso, ad alti livelli era anche maestro di Calligrafia, Origami, Poesia, Pittura o Teatro. Nel film Il Destino di un Cavaliere abbiamo un perfetto esempio di gentiluomo nella figura del Principe Nero, che prima si cimenta nel torneo con i cavalieri, e poi dimostra magnanimità, riconoscenza e amicizia salvando dal ludibrio il protgonista, investendolo del titolo di Cavaliere e difendendolo dall'idiozia del popolo e dalle trame dei suoi nemici. Un Principe, quindi, che sapendo che un giovane si è finto aristocratico per partecipare al torneo, non solo non lo snobba, ma lo fa Cavaliere, perché è davvero un uomo intelligente, interessato al cuore e non ai titoli, e ci mette del suo, si assume lui la responsabilità della situazione. E' riconoscente inoltre al giovane cavaliere perché si sono ceduti il passo al torneo, quindi ecco, fra uomini nobili esiste un'intesa istintiva e amichevole, fatta di gesti simbolici e spesso di poche parole. L'Uomo d'Onore è generoso, perché una delle dimensioni più genuinamente maschili, come dice giustamente Claudio Risé, è la dimensione del Dono, è questo che vuol dire essere magnanimi. Il Coraggio e la Virilità si possono esprimere in molti modi, e in ogni gesto e situazione c'è sempre un modo migliore di fare le cose: per un uomo, e quindi per un guerriero, questo modo è sempre il modo più generoso, nobile e rivelatore di forza e cuore sincero.

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