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giovedì 15 dicembre 2011

Monica Vitti Bellezza Senza Tempo.



Occhi  di lince, labbra carnose a forma di cuore, bionda con la pelle rosa e le lentiggini. Di chi parlo:Di Monica Vitti, una bellezza italiana, sicuramente lontana dallo stereotipo italiano Loren (osannato fino allo spasmo), ma lei Monica si distingue proprio per questo: è una bellezza di tipo non convenzionale, ironica e autoironica, ma allo stesso tempo sensuale, fascinosa, misteriosa, elegante e senza tempo. Soprattutto ha un’immagine  moderna, l’antitesi della “ciociara”, della popolana procace e “rustica” che piace tanto alla cultura nazionalpopolare. E pensare che si è sempre definita “bruttina”! Non le è mai piaciuto il suo naso, evitava sempre scatti di profilo, e una volta scherzando ha detto: “Senza occhiali vedo pochissimo, ma non li ho messi  perché insomma ..sono un’attrice!  poi tra il naso e gli occhiali sembro Nicola Di Bari!”. Ma oltre ad essere inconsapevolmente bella e sensuale, è soprattutto attrice dal talento innarivabile. Dopo aver fatto “l’attrice impegnata” nei ruoli drammatici dei film di Michelangelo Antonioni,nel 1968 arriva la svolta comica con “La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli, anche se in Inghilterra aveva già spopolato nelle vesti di “Modesty Blaise, la bellissima che uccide” (1966), diretta da Joseph Losey. Interpretava una sorta di James Bond al femminile, al fianco di celebri star come Terence Stamp e Dirk Bogarde.Viva Le Donne Italiane!!!!!!!

martedì 13 dicembre 2011

La donna dell’avatar, Renèe Perle, una delle muse di J.H. Lartigue:




Un volto come il suo non si dimentica facilmente. Renee aveva il fascino della “Femme Fatale” , quella sensualità selvaggia che ricorda le eroine pericolose di Raymond Chandler e James M. Cain , donne dallo sguardo magnetico sebbene un pò stanco
A Parigi lavorò come modella presso la Maison Doeuillet , una delle più note sartorie Parigine d ‘ inizio secolo . Era alta , magra , in una parola ” deliziosa ” ed aveva delle ” lunghe mani affusolate , femminili ” che catturarono l ‘ attenzione di Jacques Henri . Erano mani espressive , che riempivano lo scatto di mistero sotto il tintinnio di anelli e bracciali , i gioielli che Reneè peferiva indossare .
Qualche mese dopo , nel giugno dello stesso anno , quando la passione tra i due era ormai sbocciata , Jacques Henri si abbandonò ad una confidenza intima ,
che esprimeva lo ” stato di grazia ” di cui l ‘ uomo godeva al fianco della compagna , era una felicità senza limiti . Mentre il fotografo scendeva nei giardini dell ‘ albergo presso cui erano ospiti per dipingere qualche ora , Reneè lo aspettava in camera , pettinandosi i capelli , scegliendo gli abiti da indossare, truccandosi o semplicemente mordendo un dolce . Jacques Henri amava immaginare quei momenti come un dolce preludio all’amore . Scrive a proposito che ” Reneè è al di sopra di qualunque donna , così affascinante e misteriosa da far sbiadire il ricordo delle altre ” .
Renee Perle morì nel 1977 durante un soggiorno nel Sud della Francia . Jaques Henri Lartigue la seguì nove anni dopo , il 12 settembre del 1986 , all ‘ età di novantadue anni .